Coronavirus Covid-19 e le conseguenze economiche nel mondo, cosa cambia nel settore tech e in Italia?
L’epidemia da Covid-19 si sta estendendo rapidamente in moltissimi paesi del mondo, ogni giorno il numero di malati aumenta, così come i danni economici, attualmente, del tutto incalcolabili.
Solo quando l’emergenza sarà rientrata, si potranno iniziare a fare delle stime certe, intanto, lo scenario attuale ci mostra un’economia mondiale in grande affanno, cerchiamo di fare una panoramica della situazione.
Economia cinese
In Cina, la capacità produttiva ne risente moltissimo, i dati ufficiali cinesi del 3 marzo 2020 parlano di un indice di produzione sceso a 27,8 punti nel mese di febbraio rispetto ai 51,3 di gennaio, il livello più basso da 16 anni.
Le restrizioni sulle spedizioni e i tanti annullamenti degli ordini hanno provocato un crollo dell’export cinese che, su base annua, potrebbe essere di circa 50 miliardi di dollari.
Anche se il 95,9% dei lavoratori migranti sono tornati nelle proprie località di produzione dopo il capodanno cinese, la produzione ha subito un fortissimo calo, più del previsto, poiché le aziende hanno esteso la chiusura a causa dell’epidemia da Coronavirus e alla riapertura, hanno dovuto fare i conti con tanti ordini annullati o non più rinnovati.
Anche se il momento più critico nella gestione dell’emergenza per la Cina sembra iniziare a passare, la riapertura di alcune aziende non è bastata a ridare un po’ di ossigeno all’economia.
Il presidente cinese Xi Jinping ha avvertito che il coronavirus avrà un grandissimo impatto sull’economia nazionale e sull’intera società, ma che questo sarà breve e sarà tenuto sotto controllo. La Cina ha intenzione di intensificare gli sforzi per cercare di attutire il più possibile il colpo e adotterà delle misure a sostegno dell’economia.
Dun & Bradstreet ha stimato che circa 51.000 aziende hanno diversi fornitori diretti nella provincia di Hubei e almeno 5 milioni di aziende hanno uno o più fornitori di secondo livello all’interno o nelle vicinanze dell’epicentro (Wuhan) dell’epidemia del Codiv-19.
Ricordiamo che Wuhan, ospita alcune delle più importanti e più grandi fabbriche di computer del mondo, in cui vengono prodotti circa il 90% dei 300 milioni di computer venduti ogni anno, il 70% dei 2 miliardi di telefoni e l’80% di 110 milioni di condizionatori venduti in tutto il mondo.
A subire impatti più forti saranno proprio i produttori di telefoni, poiché l’80% dei componenti come chipset, display e batterie, arrivano proprio dalla Cina.
Impatto del Coronavirus sui grandi big del settore della tecnologia
Apple, Amazon e Facebook, le big del settore tech hanno ammesso di recente che le loro attività sono state colpite dalla crisi globale dovuta all’epidemia. Le aziende stanno accusando il colpo. La Cina, la seconda economia più grande al mondo, ha fermato la produzione dei beni di consumo tra cui i telefoni, secondo il Wall Street Journal, questo blocco ha paralizzato il mercato del settore tecnologico, che dipende soprattutto dalla manodopera cinese per costruire qualunque tipo di prodotto dai chip per pc ai vari componenti per smartphone.
Anche se la Cina ha riaperto alcune fabbriche nel tentativo di far ripartire l’economia, i volumi produttivi sono decisamente inferiori rispetto al normale e nemmeno lontanamente sufficienti al fabbisogno.
È sicuramente presto per calcolare i danni economici all’industria tecnologica ma importanti segnali arrivano da aziende come Apple, la società più valutata al mondo del settore, che ha ridotto di molto gli obiettivi di fatturato del trimestre in corso.
Amazon, che si bassa su flussi di merci tra Cina, USA e altri Paesi, non ha registrato particolari avvisi di crisi ma si sta concentrando sull’approvvigionamento di articoli di fornitori cinesi, per evitare di ritrovarsi senza scorte in caso di altre interruzioni dovute all’epidemia.
Le aziende di social network, rispetto ad aziende come Apple, sono meno colpite, poiché il business principale non si basa su beni fisici. C’è comunque da evidenziare, per esempio, che Facebook ha dovuto rivedere a ribasso gli obiettivi di produzione delle sue cuffie per la realtà virtuale proprio a causa del rallentamento avvenuto in Cina.
Inoltre, le società quali Apple, Google, Amazon, Microsoft e Facebook hanno ridotto e/o quasi del tutto cancellato i viaggi dei dipendenti verso la Cina.
L’impatto economico sull’industria tech è evidente e si sta vedendo, non solo sulla produzione, ma anche sulla forza lavoro, sul calo degli investimenti e sull’annullamento di grandi eventi di importanza globale come il Mobile World Congress.
Coronavirus e la situazione dell’economia italiana
L’emergenza sanitaria è scoppiata improvvisamente in Italia che, in pochi giorni, si è ritrovata a dover affrontare una situazione critica alla quale non era del tutto preparata.
Gli italiani hanno reagito con paura e con ansia, nei primi giorni dello scoppio dell’epidemia nel nostro Paese, abbiamo assistito a file alle casse dei supermercati e a persone pronte a tutto pur di assicurarsi i beni di prima necessità.
Si è assistito a un impennata dei prezzi di flaconcini di gel igienizzanti, alcool e mascherine che sono praticamente sparite da tutti i supermercati e dalle farmacie e anche online, sono esaurite.
In questa situazione, si sono verificati episodi di sciacallaggio e truffa online, su eBay ma anche su Amazon, i venditori hanno messo in vendita amuchina e prodotti a base di alcol a prezzi esorbitanti, è stato necessario l’intervento della Guardia di Finanza per regolarizzare la situazione.
Moltissime aziende italiane, soprattutto a Milano, hanno dovuto chiudere gli uffici e sospendere le attività in modo preventivo. Alcune hanno optato per lo smart-working, permettendo ai lavoratori di organizzarsi e lavorare da casa.
Per far fronte a questa emergenza, il Governo ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale un decreto del 23 febbraio 2020 per velocizzare e facilitare l’avvio delle pratiche per il lavoro da remoto, liberando le procedure dai vari vincoli aziendali che sono previsti dalla legge in materia.
Quale sarà l’impatto sull’economia italiana?
Impossibile oggi fare una stima, ma basti pensare che il Veneto e la Lombardia, le regioni più colpite da questa emergenza, rappresenta più del 30% del PIL italiano.
La nostra economia era molto in crisi ancor prima dell’arrivo dell’epidemia e la crescita del PIL per il 2020 era vicina allo 0 nel mese di gennaio. L’Italia dovrà ritrovarsi a fare i conti con il crollo dei prezzi delle azioni, ma soprattutto con la crisi del turismo, settore chiave dell’economia.
Tutti gli operatori del settore hanno già subito i gravi effetti dell’epidemia con cancellazione di hotel, b&b, case vacanze, ristoranti e tutte le attività collegate al settore. Stesso problema per le compagnie aeree e di viaggio. Le previsioni oggi sono tutte in negativo, ma il Governo e il Ministro dell’Economia stanno lavorando per far fronte alle emergenze attuali e quelli future.
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