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Nuovo aggiornamento “Go Google Core Update Luglio 2025”, cosa fare per rimanere in alto nelle SERP

Hai notato un calo di posizioni del tuo sito web? Questa estate è stato rilasciato Il Go Google Core Update Luglio 2025, un aggiornamento globale dell’algoritmo di Google che ridisegna i criteri di ranking. Premia i contenuti autentici, approfonditi e firmati da autori riconoscibili, mentre riduce la visibilità di testi generici, superficiali o creati solo con intelligenza artificiale senza revisione editoriale.

SOMMARIO

  1. Cos’è il Go Google Core Update Luglio 2025 e perché è diverso dai precedenti?
  2. Gli impatti sulle SERP: chi guadagna e chi perde?
  3. Perché aziende e blogger devono cambiare approccio?
  4. Come adattarsi: strategie per non perdere posizioni in Serp
  5. Come creare contenuti allineati con il nuovo algoritmo  
  6. AI e contenuti: cosa premia e cosa penalizza Google
  7. Cosa puoi fare se il tuo sito ha perso posizioni dopo l’ultimo core update?

Questo update non è un piccolo aggiustamento, ma un cambiamento strutturale che tocca tutti i siti, dai grandi portali alle piccole realtà locali, dai blogger indipendenti alle aziende. Il nuovo algoritmo si concentra su precisione semantica, segnali di qualità in tempo reale e solidità autoriale. In questo articolo analizziamo nel dettaglio cos’è questo update, quali impatti ha avuto e come ci si deve muovere per non perdere posizioni in SERP, anzi, per guadagnarle.

Cos’è il Go Google Core Update Luglio 2025 e perché è diverso dai precedenti?

I core update di Google sono aggiornamenti profondi che cambiano il modo in cui i contenuti vengono analizzati e classificati, si tratta di modifiche che riguardano l’intero ecosistema della ricerca.

Il Go Google Core Update non ridefinisce solo i criteri tecnici ma unisce analisi semantica e comportamento dell’utente. Google vuole che i contenuti non solo siano scritti correttamente, ma che dimostrino utilità reale per chi legge.

Alla base di questo nuovo paradigma ci sono i quattro pilastri principali dell’algoritmo:

  1. Content Precision Index (CPI) - valuta la coerenza tra la domanda dell’utente e la risposta data dal contenuto. Non bastano keyword sparse, l’algoritmo, potenziato da Gemini 2, misura in modo granulare se un testo risponde davvero all’intento di ricerca.
  2. User Interaction Momentum (UIM) - analizza i comportamenti reali, come il tempo trascorso sulla pagina, la profondità di scroll e i click su link interni. Più un contenuto stimola l’interazione, più guadagna valore.
  3. Author Depth Profile (ADP) - premia la credibilità degli autori. I contenuti anonimi o privi di contesto autoriale perdono posizioni, mentre chi scrive con nome, cognome e competenze verificabili viene riconosciuto come fonte affidabile.
  4. AI-Content Signal Score (ACSS) - non è l’uso dell’intelligenza artificiale a essere penalizzato, ma l’approccio superficiale. Testi ripetitivi, privi di originalità o pubblicati senza editing umano vengono declassati.

La differenza rispetto al passato è chiara, i segnali non lavorano più in modo isolato, ma in sinergia. Google non valuta solo la pubblicazione iniziale, ma continua a monitorare nel tempo la qualità e l’efficacia di un contenuto. Questo significa che blogger e aziende dovranno lavorare con continuità, mantenendo alti gli standard editoriali per restare competitivi.

Gli impatti sulle SERP: chi guadagna e chi perde?

Gli effetti dell’aggiornamento si sono manifestati fin dai primi giorni e non tutti hanno beneficiato di questo cambiamento. Molti siti hanno registrato crolli drastici di traffico, altri invece hanno visto una crescita significativa della propria visibilità.

Le penalizzazioni più evidenti hanno riguardato portali e blog che basavano la loro strategia sulla quantità anziché sulla qualità. In particolare, i contenuti generati in massa con intelligenza artificiale, senza alcuna revisione editoriale, hanno perso tra il 30 e il 40% di traffico organico. A subire penalizzazioni sono stati anche gli articoli obsoleti, rimasti online per anni senza essere aggiornati con dati e riferimenti recenti.

Google ha colpito inoltre il keyword stuffing, cioè l’uso eccessivo e ripetitivo delle parole chiave. Anche se involontario, questo comportamento viene oggi interpretato come segnale di bassa qualità e riduce il posizionamento. Chi invece ha guadagnato posizioni sono i siti che offrono contenuti verticali e approfonditi, aggiornati di frequente e firmati da autori riconoscibili.

Blog di nicchia, testate di settore e portali con bio autoriali chiare hanno scalato le SERP.  Per i blogger indipendenti questo update rappresenta anche un’opportunità: chi scrive con voce personale, raccontando esperienze autentiche e utili, oggi trova più spazio. Per le aziende, invece, l’aggiornamento è un banco di prova, non basta più avere un blog per coprire keyword, serve produrre contenuti con reale valore editoriale.

Perché aziende e blogger devono cambiare approccio?

Per anni la SEO è stata interpretata come un insieme di tecniche: keyword research, ottimizzazione on-page, link building. Tutti elementi ancora validi, ma che con il Go Google Core Update Luglio 2025 non bastano più. La SEO diventa editoria digitale consapevole, un processo che richiede strategia, autorevolezza e aggiornamenti continui.

Un’azienda oggi non può limitarsi a pubblicare articoli generici per presidiare la SERP. Google chiede testi con dati verificati, fonti attendibili e scritti da autori riconosciuti.

Se sei un blogger non ti basta solo scrivere, devi firmare i contenuti, raccontare esperienze personali e mantenere continuità. Oggi la firma di un autore, una bio curata e la presenza riconoscibile sul web pesano quasi quanto il contenuto stesso.

È necessario un cambio di mentalità e vedere il blog aziendale non solo come un canale SEO, ma come un’estensione della brand identity. Deve mostrare competenze, trasmettere fiducia e costruire autorevolezza. Solo così si rispettano i criteri EEAT (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness) che Google considera fondamentali.

Come adattarsi: strategie per non perdere posizioni in Serp

Per adattarsi a questi cambiamenti bisogna rivedere la propria strategia mettendo al centro l’utente e la qualità del contenuto.

Le strategie per rimanere in prima pagina sono sette:

  1. Ottimizzare per l’intento reale di ricerca, non solo per la keyword, analizzando ciò che l’utente si aspetta davvero da un contenuto.
  2. Valorizzare il contesto autoriale, con schema markup, bio complete e collegamenti a contenuti dello stesso autore.
  3. Aggiornare i contenuti vecchi, soprattutto quelli pubblicati prima del 2024, inserendo dati e fonti attuali.
  4. Evitare testi generici creati solo con AI, che senza editing umano vengono facilmente penalizzati.
  5. Integrare l’AI come supporto tecnico, per clustering di topic o analisi semantica, lasciando la redazione a professionisti SEO.
  6. Monitorare i segnali di comportamento utente, usando heatmap e test per aumentare il tempo medio di permanenza e ridurre il bounce rate.
  7. Fare auditing tecnico periodico, controllando crawl budget, pagine inutili, performance e problemi di caricamento.

Queste attività non sono nuove, ma oggi sono imprescindibili e chi non le mette in pratica rischia di perdere posizioni a favore di concorrenti più preparati.

Come creare contenuti allineati con il nuovo algoritmo  

Il Go Google Core Update Luglio 2025 ha reso ancora più importante la pianificazione dei contenuti. Non basta scrivere articoli brevi e generici, oggi Google premia testi pillar, strutturati e capaci di affrontare un argomento da più angolazioni.

Per aziende e blogger questo significa concentrarsi su keyword a bassa concorrenza ma con intento informativo chiaro, offrendo risposte precise e complete. Il linguaggio deve restare naturale, ma con un livello di accuratezza che permetta di soddisfare anche ricerche più complesse.

Un consiglio utile è osservare la sezione “People Also Ask” di Google: lì si trovano le domande reali che gli utenti pongono, e a cui un contenuto dovrebbe rispondere. Inoltre, la struttura del testo deve essere chiara, con H2 e H3 ben distribuiti, così da facilitare la scansione da parte di utenti e motori di ricerca. In sintesi, i contenuti futuri dovranno essere pensati come vere risorse informative, non come riempitivi ed è questa la chiave, oggi, per essere premiati dall’algoritmo.

AI e contenuti: cosa premia e cosa penalizza Google

Molti si sono chiesti se Google abbia deciso di penalizzare l’intelligenza artificiale in modo sistematico. In realtà, il nuovo algoritmo distingue tra chi usa l’AI come supporto e chi si affida solo a essa. Un contenuto creato da un modello linguistico, se poi viene rivisto da un editor umano, arricchito di fonti e reso contestualizzato, può ottenere ottimi risultati. Al contrario, i testi generici, banali e senza firma vengono declassati. Google non guarda alla tecnologia, ma al valore finale del contenuto, insomma, l’AI può velocizzare, ma l’autorevolezza resta insostituibile.

Cosa puoi fare se il tuo sito ha perso posizioni dopo l’ultimo core update?

Se dopo l’aggiornamento hai notato un calo improvviso di traffico o di visibilità, non farti prendere dal panico. Gli update core sono complessi e spesso ci vuole qualche settimana prima che la situazione si stabilizzi. Ci sono però azioni immediate che puoi mettere in campo:

  • Analizza i contenuti colpiti: individua quali pagine hanno perso più posizioni e verifica se sono aggiornate e coerenti con l’intento di ricerca.
  • Aggiorna fonti e dati: articoli datati o senza riferimenti recenti sono tra i più penalizzati. Integra statistiche e link autorevoli.
  • Valorizza gli autori: aggiungi firme chiare, bio complete e collegamenti a profili professionali.
  • Migliora la user experience: cura leggibilità, struttura del testo e inserisci link interni che guidino l’utente.
  • Controlla l’aspetto tecnico: velocità di caricamento, pagine non indicizzate o problemi di canonicalizzazione possono influire negativamente.

Questi interventi sono la prima cosa da fare per cercare di fermare il calo di traffico, anche se non bastano ed è necessaria una strategia più profonda, che tenga conto di diversi aspetti anche tecnici. Oggi Google ha alzato l’asticella e premia solo chi riesce a combinare contenuti di qualità, autorevolezza e struttura tecnica impeccabile.

Ecco perché è fondamentale affidarsi a chi vive la SEO ogni giorno e noi di Marketing-SEO.it lavoriamo proprio su questo: aiutiamo aziende, e-commerce e blogger a recuperare posizioni e visite dopo gli update algoritmici, con un metodo che unisce analisi dei dati, ottimizzazione editoriale e strumenti avanzati di intelligenza artificiale.

Con il nostro supporto puoi:

  • individuare le cause reali della perdita di posizioni,
  • rielaborare e potenziare i contenuti esistenti,
  • sviluppare nuove strategie editoriali allineate al Core Update 2025,
  • consolidare la tua presenza in prima pagina anche nei mercati più competitivi.

Vuoi scoprire come riportare il tuo sito in alto? Chiedi una prima consulenza gratuita, un nostro SEO Specialist analizzerà il tuo portale e ti suggerirà quali servizi SEO professionali sono più adatti alle tue esigenze per recuperare posizioni e traffico.

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